Pineider magazine

C’è una soglia, sottile e luminosa, in cui la materia si trasforma in linguaggio e il gesto diventa meditazione. È lì che nasce la pittura alchemica, una pratica artistica che non si limita a rappresentare il mondo visibile, ma tenta di trasmutarlo.
Discendente ideale dell’antica alchimia, questa forma d’arte non cerca l’oro materiale, ma una forma di oro interiore: un equilibrio fra luce e ombra, una conoscenza che passa attraverso il colore e la materia.

Il principio cardine dell’alchimia, solve et coagula — sciogli e ricompone — trova nella pittura la sua metafora più tangibile: i pigmenti che si dissolvono e si uniscono, le velature che emergono e scompaiono, la mano che si lascia guidare da un’intuizione più antica della ragione. Ogni gesto diventa una forma di contemplazione, ogni superficie una mappa dell’anima.

Oggi, in un tempo che sembra chiedere sempre più velocità e controllo, la pittura alchemica invita invece alla lentezza, alla resa, all’ascolto. È un modo di dipingere che chiede di fermarsi, respirare, osservare come la materia reagisce e parla. E proprio per questo, è un’arte sorprendentemente contemporanea.

Il workshop a Firenze con Polina Stepanova

Per chi desidera avvicinarsi a questo linguaggio, Pineider ospita nella sua boutique fiorentina un workshop di Pittura Alchemica condotto da Polina Stepanova, artista e docente al Polimoda, nota per la sua ricerca visiva e simbolica sul rapporto tra gesto, energia e trasformazione.

All’interno degli spazi eleganti di Lungarno degli Acciaiuoli, il laboratorio diventa un vero e proprio rito creativo. Dopo una performance introduttiva, Polina guida i partecipanti attraverso esercizi di esplorazione e pratica, alternando momenti di intuizione e tecnica, sperimentazione e ascolto. Ogni incontro prende forma attorno a una palette tematica ispirata ai quattro elementi — terra, acqua, aria e fuoco — o a particolari eventi astrologici, così che il colore non sia mai solo un fatto estetico, ma un simbolo vivo.

I partecipanti lavorano con pigmenti, carte pregiate e inchiostri selezionati da Pineider, dando vita a composizioni astratte e intense, spesso inaspettate. Il risultato non è una semplice opera, ma il riflesso di un percorso: una conversazione silenziosa tra il sé e la materia.

Un’esperienza tra arte, simbolo e introspezione

Partecipare a un laboratorio di pittura alchemica significa abbandonare la logica del risultato per riscoprire quella del processo. È un’esperienza che unisce tecnica e introspezione, dove l’artista diventa al tempo stesso osservatore e strumento del proprio lavoro.

In questo senso, il workshop organizzato da Pineider non è solo un’occasione per imparare una tecnica artistica, ma un invito a ritrovare il valore del gesto, dell’errore, dell’attesa. In ogni pennellata si cela una possibilità di trasformazione; in ogni sfumatura, un frammento di silenzio.

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