Pineider magazine

Le cartoline Pineider di Francesco Mandelli

Attore, regista, comico, musicista: Francesco Mandelli è un artista poliedrico, abituato a esprimersi attraverso linguaggi diversi. Ma c’è una passione più intima e recente che ha deciso di condividere con il mondo: il disegno. Per raccontarla agli amici, ha scelto un gesto semplice ma significativo, regalandosi un set di cartoline personalizzate con un suo soggetto, pronte per essere spedite.

Francesco, come è nato il tuo amore per il disegno?

«Tutto è iniziato con mia figlia. Crescendo, si è innamorata dei pastelli a cera, e guardandola disegnare mi dicevo: sarebbe incredibile recuperare quella spontaneità, quella capacità di tracciare segni senza preoccuparsi di giudizi esterni. Lo fai e basta, e quello che esce è l’immagine più pura di ciò che hai in testa in quel momento».

Ti sei lasciato influenzare da qualche artista contemporaneo in particolare?

Oltre a mia figlia, un’altra grande ispirazione è stata Adam Green, amico carissimo e artista eclettico. Durante un tour insieme lo osservavo disegnare in modo istintivo, quasi musicale. Con i pastelli riusciva a rendere un suono in un’immagine: era come se lo sentissi prima ancora di vederlo. La sua libertà nel creare, senza schemi o regole, mi ha influenzato profondamente».

Cosa raccontano i tuoi disegni?

«La Formula Uno e gli elementi grafici della sua simbologia sono un tema ricorrente. Da bambino, all’inizio di ogni stagione, compravo Formula Sprint e ricopiavo le livree della Ferrari e dei suoi sponsor, affascinato dai colori e dalle grafiche. Oggi riprendo quell’immaginario, ma lo distorco, come se lo avessi mandato in overdrive, creando immagini cariche di energia».

Quale classico ti ha più segnato?

«Anche nella pittura, come nella musica, cerco ispirazione negli artisti che ammiro. Basquiat è un riferimento evidente, al punto che, con molta umiltà, mi sono definito il Non-Basquiat, un modo per dichiarare apertamente la mia ispirazione».

Disegni su carta Pineider, Fiorenza avorio. Come mai questa scelta?

«Cercavo una carta di qualità che rendesse il disegno un’esperienza sensoriale. Uso fogli A4 ruvidi, perfetti per il pastello: il colore viene assorbito in modo splendido e, stratificando, la superficie diventa liscia, quasi vellutata. È un piacere non solo visivo, ma anche tattile».

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